Castello di Serorroh

Sakura Haruno, Ino Yamanaka, Zack Fair, Shikamaru Nara.

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  1. LaÐyIno
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    L'uomo si sfregò le mani, vittorioso. Finalmente Buraddo e Kyofu avrebbero assaggiato la carne umana degli abitanti di Konoha. Si strofinò il Majo no Kuchizuke che aveva sul collo: la strega gli aveva promesso che se avesse ucciso abbastanza persone l'avrebbe liberato dall'eterna schiavitù che lo costringeva a visioni orrende. La sua Hana lo salutò con la mano, sorridendogli. Le labbra poi le si sporcarono di sangue nero e si inginocchiò, vomitando scarafaggi e ragni con gli occhi fuori dalle orbite.
    L'uomo scosse la testa, disgustato, e srotolò la pergamena. C'erano scritte e simboli dappertutto, poi un cerchio con al centro un kanji.

    «KUCHYIOSE NO JUTSU!»


    The_Mugenjo
    Una giornata soleggiata, quella nel mondo. Tanti erano usciti per godersi il tepore dei raggi, lasciando che sfiorassero le loro pelli ancora pallide per l'inverno. In pochi, infatti, si sorpresero quando l'empireo mattutino si ricoprì di nuvoloni violacei, minacciando una tempesta funesta. Leggermente più fuori dall'ordinario, invece, era la comparsa di un castello galleggiante al centro del cielo, ancorato al suolo da spesse catene rugginose e cigolanti. Emanava un'aura rosso sangue ed era tetro. Più che un castello, sembrava una gigantesca torre di guardia, anche se manteneva alcune sembianze da forte giapponese.
    D'improvviso si sentì un rombo di tuono ed un'accecante luce bianca lampeggiò, tagliando in due il cielo. Si udì una fortissima esplosione e delle grida acute e trillanti. Appena la luce misteriosa si ritirò, tutti poterono ammirare con inquietudine e disgusto la voragine che si era generata nella strada, con dentro diversi cadaveri di bambini. Bisognava fare qualcosa ed in fretta.



    Per Sakura, Ino e Shikamaru:
    Tsunade osservava accigliata il cielo viola e sospirò, affranta. Non ci voleva, non ci voleva proprio. Tutti i jonin erano in missione e Naruto seguiva Kakashi, segretamente sulle traccie del Team Taka. Aveva a disposizione soltanto dei chunin, per quanto qualificati essi fossero: gli ANBU erano stati tutti inviati in missioni di spionaggio e la Radice di certo non si sarebbe concessa il lusso di concederle qualche ninja. Richiamò Shizune con un urlo imperioso, ordinandole di portare lì Shikaku.
    «Tsunade-sama, Shikaku-san è con Inoichi-san e Choza-san a svolgere una missione per conto di Suna» mormorò Shizune, con il capo chino. Tsunade sbuffò ancora, contrariata e a disagio. La sua allieva -che era nel suo studio- di certo non l'aveva mai vista così frustrata.
    «Bene, chiama Shikamaru, allora» ordinò, osservando Shizune con pena che era ricambiata.
    Si rivolse a Sakura, guardandola dritto negli occhi. «Tu sei la mia ultima speranza, Sakura. Non credere che io ti mandi a cuor leggero in quel luogo infernale, ma tu sei l'unica chunin più qualificata per questo compito, assieme a Shikamaru
    Tsunade spostò lo sguardo sui nuvoloni violacei, reprimendo un sorriso -Shikamaru l'avrebbe uccisa.
    «Shizune, voglio anche Ino Yamanaka
    Aspettò che tutti e tre i chunin fossero al suo cospetto, poi riordinò i fogli sulla scrivania che controllava da più di un quarto d'ora e prese una grave boccata d'aria. Parlò in modo rigoroso, squadrando il viso di ogni suo ninja.
    «Siete al corrente della situazione attuale» disse con il suo solito tono di voce duro «ma vi fornirò alcuni dettagli che abbiamo raccolto dai precedenti avvistamenti. Sono pochi, quindi non esaltatevi. Il Castello di Serorroh un tempo si trovava ad Oto ma un bel giorno sparì, lasciandosi dietro soltanto un cratere enorme. D'allora compare sempre in posti diversi, attira alcune vittime all'interno e le uccide, poi sparisce di nuovo nel nulla.»
    «Kuchyiose?» chiese Shikamaru, avendo capito dove voleva andare a parare l'Hokage. La Godaime fece un cenno affermativo con la testa.
    «Ma tanta materia non può essere mossa da un solo essere umano!» ribatté Ino, allarmata.
    «Diventa possibile nel caso in cui ci sia bisogno soltanto di attivare più sigilli» spiegò Sakura.
    «Esatto. L'aggravante è costituita dal fatto che, ad intervalli irregolari, qualcosa spara all'esterno qualcosa che attira ed uccide le vittime
    «È una macchina creata con l'unico scopo di trucidare la gente?» mormorò Shikamaru, sintetico.
    «Già, ma non è ancora tutto
    «Aveva detto fossero poche informazioni-» «-Shikamaru!» «Scusa, Ino
    Tsunade lo fulminò con lo sguardo ed offesa, spostò gli occhi sulla kunoichi dai capelli rosa.
    «Si dice che all'interno ci sia una pietra capace di far avverare un desiderio di chi la stringe per primo. Ovviamente è una stupidaggine, ma ogni volta che il castello appare c'è sempre qualche avvoltoio che gironzola là attorno, anche se pochi hanno avuto il fegato di entrare. Fate attenzione
    I tre chunin gridarono in tono squillante "HAI!" e si avviarono verso la metà della loro missione, del tutto inconsapevoli dei pericoli che stavano per affrontare.



    Per Zack :
    I capelli castanti di Aerith danzavano nell'aria assieme ai petali di ciliegio. Zack la osservava seduto sull'erba, era intenerito e si beava della dolcezza dei suoi movimenti, della sua risata, della sua luce.
    «Avanti Zack, muoviti!» Aerith lo tirò gentilmente per la mano, spronandolo ad alzarsi. «Zack, Zack!» la sua voce era lamentosa, voleva che si muovesse. Zack tentò di sollevarsi, ma era ancorato al terreno. «Zack!» Aertih sembrava allarmata, forse era indispettita? «Zack!» gridò, sinceramente terrorizzata. Zack, con un brivido, vide comparire uno strano marchio sulla sua gola. «ZACK, AIUTAMI, TI SCONGIURO!» Aerith ora urlava a pieni polmoni, sconvolta. Dietro di lei comparve un vortice viola che la risucchiò al suo interno nonostante la presa che esercitava sulla mano di Zack. Zack scattò in piedi, sconvolto. L'ambiente cambiava, si stava ghiacciando, dai lunghi rami pendevano stalattiti spesse e la bora soffiava gelida ed impetuosa, scompigliandogli i capelli neri.
    «Salvala, Zack Fair» una voce infernale e demoniaca risuonava nel vento, metallica, come di macchina «lasciati mangiare


    Indicazioni del questmaster:
    POST: Nei vostri post, tutti dovete accedere al Castello. (Appunto per i ninja: voi, sotto consiglio di Shikamaru, vi arrampicherete sulle catene).
    Come vedete, ho lasciato per Homura e Mukuro una certa libertà, ma per non lasciarvi completamente allo sbaraglio, vi do delle linee guida: per voi l'entrata sarà molto simile a quella di Zack, ovvero dovrete passare attraverso una barriera dimensionale. Lascio a voi la libertà del come: vi ci buttate, venite spinti... scegliete voi.
    Lascio la libertà anche per i turni role, scegliete voi con che frequenza postare, io (con Shikamaru) sarò l'ultima.

    Che il gioco abbia inizio.

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    Poco dopo la convocazione della Godaime per la presentazione della missione che avremmo dovuto svolgere, il nostro gruppo uscì dalla magione dell'Hokage. Io ero freneticamente scossa dalla situazione: sapevo bene che un ninja non doveva mai mostrare alcuna emozione in battaglia, ma mi riusciva alquanto difficile; quel castello... come diavolo si chiamava? Ah sì, Serorroh, mi dava i brividi solo a guardarlo, ed al pensare allo scopo del suo utilizzo, mi faceva venire ancora di più la pelle d'oca. Se quel castello lasciava solo morte e distruzione dopo di sè, è probabile che avrebbe fatto lo stesso qui a Konoha e nelle vicinanze in cui era spuntato.
    Mi riscossi dai miei pensieri quando Shikamaru chiamò me e Sakura a gran voce, e ci faceva cenno di seguirlo.
    "Sempre a fare il menefreghista e l'obbiettivo, eh Shika? Ma come ci riesci..." riflettei sospirando, invidiando non poco il compagno di squadra per la calma e la freddezza con le quali stava -meravigliosamente potrei azzardare- affrontando la situazione.
    Il viaggio durò poco e ci scambiammo poche parole, o almeno per quanto riguarda me, dato che ero profondamente impegnata nei miei pensieri che cercavo di controllare il più possibile, assieme all'istinto della paura. Quando arrivammo alle pendici del castello, notammo effettivamente le enormi catene che lo sostenevano e gli permettevano di fluttuare. Non trovando altri modi nè mezzi per entrare, Shikamaru cominciò ad arrampicarsi per la serie di anelli che si innalzava sempre più verso l'alto, seguito a ruota da me e Sakura.
    Lanciai un'occhiata d'intesa all'amica, e qualche secondo dopo arrivammo finalmente alla cima ritrovandoci davanti al portone d'ingresso del vecchio e logoro castello.

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    Edited by fæith. - 23/6/2013, 14:32
     
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  3. ãrtémis;
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    Restai fermo al mio posto ancora per una manciata di secondi, giusto il tempo di comprendere quello che era appena accaduto di fronte ai miei occhi.
    Avevo cercato di trattenerla con tutto me stesso, ma la mia forza non era bastata. Il tocco gentile di Aerith in pochi secondi si era trasformato in una forte stretta, in quel gesto avevo percepito tutte le sue emozioni: era spaventata a morte, i suoi occhi non potevano mentirmi. Mi portai entrambe le mani alla testa e caddi in ginocchio. Ero ancora sotto schock, le mie pupille erano dilatate, il mio respiro poco a poco stava diventanto sempre più affannoso. Cercai di darmi una calmata, non era il momento di entrare nel panico: in fondo Aerith era sparita di fronte ai miei occhi, un vortice anomalo l'aveva risucchiata per trascinarla chissà dove.
    Bravo Zack, questo è proprio il modo giusto di pensare dissi a me stesso dandomi dell'idiota.
    Improvvisamente una voce metallica riempì quel luogo incantato che ora sembrava essere diventato l'entrata dell'inferno. Scattai subito in piedi, la Buster Sword era proprio dietro di me, poggiata all'albero sotto cui mi ero seduto per osservare Aerith. Con un rapido movimento affiancai l'enorme spada e l'afferrai per l'elsa portandomela di fronte al volto e puntandola contro il nulla. Guardai a destra e a sinistra un paio di volte, ma i miei occhi continuavano solo ad osservare il lugubre paesaggio ghiacciato, stavo davvero cominciando a tremare per il gran freddo.
    Chi sei? Fatti vedere! urlai continuando a guardarmi in continuazione le spalle Come fai a conoscere il mio nome? gli feci notare una volta che il mio nemico ebbe pronunciato il mio esatto nome e cognome, si trattava di qualcuno che conoscevo? E perché aveva rapito Aerith?
    Non hai neanche da chiederlo continuai di fronte alla strana richiesta del mio interlocutore, salvare Aerith? Contaci, non me lo faccio di certo ripetere due volte.
    L'aria sembrava essersi fatta più gelida, il mio fiato era ormai visibile ad occhio nudo e quella strana atmosfera non accennava a volersene andare, avevo un brutto presentimento. Ed ecco che improvvisamente dal nulla, dopo un'intensa luce abbagliante, comparve nel cielo un castello spettrale. Toccava terra grazie all'ausilio di alcuni anelli conficcati nel terreno, la sua vista mi fece distrarre per un solo attimo, ma quei pochi secondi bastarono a farmi abbassare momentaneamente la guardia. Precipitai in uno strano portale che si era aperto proprio sotto i miei piedi. Mi ero distratto, e il nemico ne aveva approfittato per tendermi un agguato. Chissà quel portale dove mi avrebbe condotto?
    Il mio non fu di certo un atterraggio morbido, caddi dal cielo ed atterrai di faccia. Gemetti dal dolore ma mi ripresi subito, non potevo permettermi di perdere tempo in cose tanto inutili. Mi guardai intorno, il castello che poco prima stavo osservando dall'alto, adesso era a pochi centimetri da me, o per essere più precisi, il portone d'ingresso era proprio d'avanti ai miei occhi. Mi guardai intorno, non c'era nessuno. Speravo tanto che ad aspettarmi dall'altra parte ci fosse Aerith, questo era il mio unico desiderio.
    hey, would you say i became a hero?
    code by airin


    Edited by ãrtémis; - 5/7/2013, 02:41
     
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  4. sakura˜
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    Sakura Haruno
    « Un ninja non deve esprimere il suo dolore in nessuna circostanza, un ninja deve dare priorità alla missione e non mostrare mai il proprio dolore. »
    Con gli occhi puntati verso il cielo cupo e oscuro, inconsapevolmente, assieme ai miei compagni di squadra-Ino e Shikamaru- ero appena arrivata di fronte ad una delle entrate grigiastre di Serorroh, dopo una faticosa scalata delle catene, ficcate nella terra che si ricongiungevano alla base fluttuante della fortezza . Per tutta la durata del tragitto non aprii bocca: ero rimasta scossa dall' allarmante appello della signorina Tsunade, dalle stranezze di quella "fortezza stile giapponese" che attraeva come una calamita vittime innocenti trucidandole, vittime di Villaggi innocenti, ma soprattutto mi angustiava la preoccupazione, quasi materna, della signorina Tsunade nei miei confronti, nonostante conoscesse più di chiunque altro le mie potenzialità ninja.Sangue, distruzione e morti ingiuste: dovevamo assolutamente eliminare la nuova minaccia anche a costo della nostra vita, infatti il compito di un vero ninja è sacrificarsi per il bene altrui. Ritornando con i pieni per terra, un terreno motoso e umidiccio, scambiai uno sguardo preoccupato con Ino, per poi cominciare a scrutare l'esterno del pericoloso castello, che l'atmosfera cupa accompagnata da un improvviso vento lo rendeva ancor di più terrificante.«Eccolo: il castello di Serorroh» mormorai con tono serio prima di sfregarmi le spalle con le mani per riscaldarmi.«E' ora di andare.» gridai con euforia aggiungendo nel finale il mio tipico "shannaro" tentando -invano- di scacciare tutte le preoccupazioni presenti in quell'istante. Cominciammo ad inoltrarci all'interno delle "interiora" della dimora e non appena varcammo la soglia l'ingresso si chiuse bruscamente provocando un rumore assordante e fastidioso, seguito dall' eco soffocato di una voce umana. «Chiusi in gabbia come topi.» borbottai a voce alta cominciando a stringere nervosamente i pugni, già pronta sull'offensiva.
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  5. Rouge~
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    CODICE
    ♦ Mukuro ♦Rokudo ♦17♦Mafioso ♦Umano ♦Link alla scheda
    uGFC9Jl
    ↘ Hai perso per una sola ragione. Perché il tuo avversario ero io.
    Kokuyo era silenziosa.Ken e Chikusa erano andati a fare compre,MM e Fran erano al lago e io stavo leggendo un vecchio libro trovato nella biblioteca della scuola.Il libro faceva riferimento ad una fantomatica pietra che può esaudire i desideri. Non credevo a certe stupidaggini,ma mi divertiva credere che esistesse davvero.-Un desiderio eh?-Sospirai. Una strana sensazione però mi colpì in quel momento.C'è qualcosa di strano qui.. Pensai.Infiammai il mio vongola ring e aprii il vongola box.-Lenti demoniache di Daemon Spade!-Le lenti del guardiano della prima generazione erano in grado di vedere ciò che i semplici umani non possono.Fu allora che lo vidi,un enorme portale si era aperto nel cortile della scuola.Non sapevo,ne dove portasse ne chi o cosa lo abbia provocato,ma mi annoiavo ed era un ottimo stratagemma per passare il tempo.-Kufufu,dopotutto,io sono passato per tutti i mondi esistenti,nulla potrebbe sorprendermi.-Presi un foglio e una penna per avvertire gli altri,non ero tenuto a farlo,ma senza di me non saprebbero cosa fare.Lasciai il biglietto sul divano dove ero solito sedermi,e mi diressi verso il corridoio,aprii una delle finestre che guardavano nel cortile e saltai giù,buttandomi in quel portale,simile ad un vortice che inghiotte tutto ciò che lo attraversa.Pochi secondi e mi ritrovai di fronte ad un castello dall'aura tetra e spaventosa,sollevato da terra.-Dopo questa le ho viste tutte.-mormorai fra me e me. Vidi che non lontano da dove ero c'era un portone,probabilmente l'entrata,così mi ci diressi.
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  6. LaÐyIno
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    ♦ SHIKAMARU NARA ♦Chuunin ♦About him
    0vvUcgY
    ↘ «La prima mossa è quasi sempre un trucco, è la seconda la più efficace... l'importante è colpire il bersaglio.»
    Era una vera ed inutile seccatura. A prescindere dal fatto che quel pomeriggio doveva essere invernale -e per quello esigevo il freddo-, quel sole era decisamente fastidioso, troppo forte e luminoso, sembrava un'arancia infuocata nel cielo blu sgombro di nuvole. Stavo ponderando l'idea di andarmi a stendere sull'erba bagnata per osservare l'azzurro quando improvvisamente quello si tinse di un viola forte e spaventoso, corredato da fulmini e saette; 'taku, era per quel motivo che odiavo l'inverno: sempre imprevedibile e tremendamente uggioso. Quel cambio repentino però non mi convinceva, così il più in fretta possibile arrivai verso il cuore della cittadina, che -invece di ripararsi in casa per l'acquazzone imminente- teneva il naso per aria con sguardo terrificato. Capii immediatamente il motivo del loro orrore, vedendo una serie di catene arrugginite diramarsi verso l'alto a sostenere un'enorme isola galleggiante. "Isola?" pensai, stranito: che diavolo significava un pezzo di terra che fluttuava? In fondo non era così pauroso... Alzai ancora un po' lo sguardo e notai che sopra la terra stava un enorme fortezza, la quale emanava un'aria minacciosa che mi scosse dentro. Mi voltai immediatamente verso la magione della Godaime per chiedere spiegazioni ma prima che potessi fare nulla avvertii una forte attrazione, come di calamita, verso un punto diverso della strada. Puntai per bene i piedi per terra ed evitai di essere sbalzato all'indietro ma un bambino mi travolse durante il suo volo -che anche lui avesse provato la mia stessa sensazione?- e cadde in modo rovinoso, insieme ad altri suoi "colleghi". Con le labbra inarcate dolcemente, mi piegai per porgergli la mano ma, prima che potessi fare altro che registrare il suo sorriso innocente mentre accettava il mio aiuto, un tuono incredibile squarciò in due l'atmosfera ed una forte luce bianca mi accecò. Sentii delle urla tremende che suonavano di voce infantile, poi, silenzio. Il più completo ed assoluto silenzio. Quando riuscii -finalmente- ad aprire gli occhi, la scena che mi trovai davanti era raccapricciante: i corpi dei bambini stavano orrendamente maciullati, in un bagno di sangue, in un cratere profondo. Combattei il disgusto e il ribrezzo, chinandomi verso di loro: in molti punti, i corpi -non riuscivo neanche a pensare la parola "cadavere"- recavano segni di morsi bestiali, quasi si intravedevano le piccole ossa. "Come possono recare segni di morso? Non c'è stato nessun animale qui intorno... e la loro carne, com'è sparita?"
    Prima che potessi creare il mio consueto segno per pensare in maniera decente, una mano candida si posò sulla mia spalla, scuotendomi interiormente ed esteriormente.
    «Gomen, Shikamaru» "Shizune?" «Tsunade-sama desidera vederti.»
    Quella volta, non mi opposi.


    Sakura ed Ino erano la mia ombra, stavano attaccate alle mie spalle con sguardo determinato sebbene scalfito dalla paura. Potevo capirle, erano gli stessi sentimenti che provavo anche io, ma sapevo -grazie anche agli insegnamenti del mio vecchio maestro- che la guida non doveva mai lasciarsi prendere dallo sconforto e doveva, in ogni situazione, mostrarsi forte e sicura. Così le richiamai con il mio solito tono di voce menefreghista, incitandole a muoversi. Il centro di Konoha non era molto distante dalla magione, impiegammo poco tempo per arrivarci, tutti e tre immersi nelle proprie riflessioni. Il fatto di avere avuto due compagni di missione donna mi seccava, non perché credessi si sarebbero rivelate una palla al piede -conoscevo la potenza micidiale di Sakura ed Ino, inoltre ero più che abituato a lavorare con quest'ultima- ma perché, nel caso non fossi riuscito a proteggerle, non me lo sarei mai perdonato. Mi interrogai sul problema di raggiungere quel luogo: era troppo in alto perché saltassimo e l'unica soluzione possibile era pervenirvi sfruttando le catene che lo tenevano ancorato al suolo. Sbuffai, contrariato da tutta quella fatica inutile, e provai a balzare su quelle serpentine corde di ferro marcio. Azzardai qualche passo: sì, reggevano il mio peso. Con un cenno della mano esortai le due ragazze ad imitarmi e mi mossi, pericolante, su quella passerella azzardosa. Arrivati alla fine -abbastanza felici, ad essere onesti-, saltammo sul piazzale di marmo antistante l'ingresso. Era sporco e, cosa insolita per quel materiale pregiato, non brillava; le venature erano cupe e polverose, trasmetteva un forte senso di pericolo. Sakura, già in quarta -"Kami-sama, sembra Naruto quando fa così"-, entrò, costringendmi a fare lo stesso in tutta fretta. Ero nervoso: non mi andava di entrare in quel luogo infernale senza il piano adatto, ma ormai c'eravamo dentro e non potevo tirarmi indietro. Mi voltai per controllare che anche Ino avesse fatto lo stesso ma non appena l'ultimo centimetro della sua lunga coda bionda ebbe varcato l'ingresso, le pesanti porte di legno ed acciaio si chiusero alle sue spalle, intrappolandoci. Sakura palesò il suo disprezzo ed il suo nervosismo.
    «Kuso
    La stanza in cui eravamo penetrati era spoglia, immersa in un penombra quasi liquida. Il buio era più denso del normale lì ma nonostante questo non avevo nessun problema di vista, anzi, ci vedevo fin troppo bene e la cosa mi turbava: era impossibile avere una visione limpida nell'oscurità così fitta e totale. Dietro di me e la rosa, in lontananza, brillava una piccola luce. "Una porta, forse?". «Andiamo avanti» decisi, dopo qualche secondo di ponderazione «alla fine, è l'unica cosa che possiamo fare
    Iniziammo ad incamminarci di gran lena ed io, al culmine della tensione, tenevo sempre una mano sulla sacca delle armi: non avevo intenzione di farmi cogliere impreparato.
    D'improvviso, posteriormente ad Ino, si sentì un ansare pesante. Mi voltai, agghiacciato, trovandomi faccia a faccia con un'enorme bestia color zaffiro che mi superava di un'abbondante trentina di centimetri. Aveva il testone chino sulla spalla di Ino e respirava vicinissimo al suo orecchio.
    «Avete sbagliato a mettervi contro Serorroh, ninja di Konoha. Presto assaggerete la Paura.»
    La belva aprì le mascelle di qualche centimetro, nauseandoci con un'odore orrendo di sangue e carne -che ero quasi certo fosse umana.

    «PORTAMI LE LORO TESTE, KYOFU!»

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    Per ZACK E MUKURO.
    Zack varcò l'ingresso, trovandosi di fronte un'imponente colonnato che sembrava infinito. Era immerso nel buio totale se non per una piccola fonte di luce alle spalle di Zack. Anche se lui avesse provato a voltarsi per guardarla, quella appariva sempre dietro di lui. D'improvviso una porta si aprì, sul lato destro della sala ciclopica. Zack si mise sulla difensiva, pronto a colpire.
    «È da me che devi difenderti, Zack Fair» di nuovo quella voce?
    La fonte di luce si rivelò nella sua terrificante forma, con un ghigno demoniaco sul viso.

    Indicazioni del questmaster:
    Come avevo già annunciato in tag, Homura viene eliminata per mancata partecipazione.
    Bene ragazze mie, siamo giunte al primo combattimento della quest! Vi ho detto dove sono le vie di fuga (che ripeto qui, in modo da essere più chiara possibile: per i ninja la luce in fondo alla stanza, per Zack e Mukuro la porta da cui lui è entrato [approfitto per chiarire: la porta che Zack sente cigolare è la porta che ha usato Mukuro per entrare nel castello!]), ora sta a voi interagire e scegliere che piano adottare. Ovviamente, ho detto che le stanze erano gigantesche apposta per non farvi arrivare in un post alla porta, se no non avrebbe senso. Come i ninja hanno potuto notare, a volte sfrutterò i miei post con Shikamaru per darvi dettagli in più sul luogo ed i nemici, quindi vi consiglio di leggerli molto attentamente!
    Ora GIOCATE!
     
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    Preceduta da Sakura e poi da Shikamaru, non appena messo piede sul suolo fluttuante, il nostro gruppo entrò interamente nella fortezza. Non appena entrai completamente nell'edificio, la porta si chiuse alle mie spalle, non potendo impedire che un brivido mi corresse lungo la schiena. Deglutii a fatica, facendomi coraggio mentalmente ed ammonendomi che, in quanto ninja, non dovevo provare alcun tipo di emozioni e tantomeno farmi fregare dalla paura, quella bastarda dalla quale se, ti lasci prendere completamente, ti fa commettere sempre qualche errore. Ripresi a camminare dopo che Sakura manifestò apertamente il proprio disappunto, non azzardandomi a dire una parola e a rimanere concentrata sulla missione. Mi misi quindi ad esaminare il posto nel quale eravamo appena stati catapultati: era una stanza estremamente buia ed oscura, senza neanche una finestra od una piccola fessura dal quale sbucasse un minimo di luce; era strano, poichè nonostante tutto riuscivo a scorgere altri particolari: non vi era niente per la sala, se non qualche colonna qua e là come sostegno per la struttura, il pavimento era freddo e duro, probabilmente era di pietra; inoltre era una stanza dotata di una vastità immensa, per cui sarebbe stato facile prenderci di sorpresa se ci fossimo persi di vista.
    Dopo aver scorto un minuscolo raggio di luce bianca che illuminava una porta in lontananza, Shikamaru propose di proseguire verso quella direzione. Annuii, e chiudendo la fila seguii il mio compagno, preceduto da Sakura. D'improvviso il ragazzo si voltò agghiacciato, dopo che sentii una specie di soffio pesante alitare sul mio corpo e dall'espressione di Shikamaru capii che qualcuno o qualcosa doveva essere alle mie spalle. E qualcuno o qualcosa di pericoloso. "Merda!" pensai mentre sentivo la presenza farsi più vicina a me, ora alitava poco distante dal mio collo. Rimasi immobile non azzardando alcun movimento, ma intravidi con la coda nell'occhio delle zanne fameliche luccicare sotto il buio, ricoperte da un manto blu sopra le gengive.
    Una voce tombale risuonò per la sala, mentre ora la bestia spalancava sempre di più la bocca ed arrivava chiaro l'odore di sangue e morte.
    Tenendo a bada la nausea, scattai portando una mano alla sacca con le armi che tenevo legata in vita e lanciai una bomba fumogena, scappando e confondendomi col fumo. Afferrai Shikamaru per un braccio e lo trascinai via con me, precipitandoci avanti senza una meta.
    Corsi a perdifiato con tutte le forze che avevo in corpo, e quando fui sufficientemente lontana dalla bestia, ansante chiesi al mio compagno: «Shikamaru ti prego, dimmi che hai un piano!»
    Poco dopo la mia supplica risuonò nuovamente la voce di poco prima, che incitava la bestia a cercarci e a mettere velocemente fine alle nostre vite. Guardai Shikamaru con espressione decisa e sicura, ansiosa di sapere quello che aveva pensato e come avremmo fatto per salvarci la pelle.
    Dopo poco ci raggiunse anche Sakura che, in quanto capofila, era già lontana dall'enorme lupo e non aveva avuto contrattempi di alcun genere. Si aggregò a noi ed aspettò anch'essa una qualsiasi risposta dal ragazzo.

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    Edited by æmily. - 28/6/2013, 12:59
     
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    Varcai la soglia guardingo, il buio m'inghiottì non appena l'enorme portone si chiuse alle mie spalle con un tonfo sordo. Sussultai non appena quel fracasso arrivò alle mie orecchie, mi voltai di scatto assumendo una posizione di difesa, ma la abbandonai subito non appena mi resi conto che ero semplicemente in trappola. Il rumore pian piano si perse nel nulla, lasciando intorno a me un tetro silenzio che mi ghiacciò il sangue nelle vene. Mi voltai nuovamente e guardai dritto di fronte a me, i miei occhi seguirono il profilo perfetto dell'enorme colonnato che sembrava volermi fare da guida, avrei dovuto fidarmi? La strada sembrava infinita, le colonne sparivano all'orizzonte, e un senso di angoscia mi stava attanagliando le viscere... Aerith si trovava in fondo a quella strada? In tal caso avrei dovuto cominciare ad incamminarmi, avevo la netta sensazione che non sarebbe stato un viaggio breve.
    Un impercettibile movimento attirò la mia attenzione, in tutto quel buio notai che qualcosa dietro di me stava brillando, dei raggi di luce si irradiavano da dietro la mia schiena illuminando di poco il cammino d'avanti a me. Mi voltai subito, ma quello che vidi fu il buio totale, ancora una volta. La fonte di luce si era ora spostata nuovamente alle mie spalle, sembrava si stesse prendendo gioco di me: c'era, ma io non potevo vederla.
    Il cigolio di una porta appena spalancata mi fece nuovamente voltare, e sussultai per la sorpresa. La fonte di luce questa volta era rimasta ferma al suo posto, continuava a brillare incurante del fatto che mi stesse accecando con la sua luce, dovetti coprirmi gli occhi con il palmo della mano per evitare di essere completamente senza difese.
    La luce continuava ad aumentare, percepivo la sua enorme potenza che si irradiava dal centro, e quella voce metallica fece nuovamente la sua comparsa.
    «È da me che devi difenderti, Zack Fair»
    Alle sue parole sfoderai la spada, l'enorma lama della Buster Sword riuscì a riflettere l'enorme luce che ora si stava diffondendo per tutta la stanza, ma non ne ebbi più bisogno quando tutto ridiventò buio all'improvviso con un ultimo assalto di luce. Chiusi gli occhi involontariamente stringendoli a causa del forte abbaglio, li riaprii lentamente e abbassai la spada per controllare la situazione. La mia vista si era appannata ma potevo scorgere la sagoma rosso vermiglio dell'imponente essere che ora stava immobile di fronte a me. Non appena misi a fuoco l'intera scena sgranai gli occhi per lo stupore, feci involontariamente un passo indietro per potermi allontanare da quella "cosa".
    Ma che diavolo... sussurrai con la bocca spalancata.
    Un essere demoniaco in carne ed ossa mi stava osservando trafiggendomi con il suo sguardo: i suoi occhi sprigionavano una debole luce azzurrina, il suo ghigno malvagio preannunciava il suo desiderio di morte, le sue possenti ali ebbero la forza di sprigionare un piccolo colpo d'aria non appena le ebbe spalancate completamente con un unico colpo deciso.
    Stavo seriamente cominciando a sudare freddo, ma dovevo mantenere la calma.
    Si può sapere chi diavolo sei? gli urlai contro quasi come impazzito e in preda alla rabbia più furente.
    Ridammi indietro Aerith se ci tieni alla pelle aggiunsi, ma questa volta con un tono molto basso e minaccioso, gli puntai contro la Buster Sword per cercare di intimidirlo, ma a quanto pare l'unico ad essere intimidito lì dentro ero io.
    hey, would you say i became a hero?
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    Edited by ãrtémis; - 5/7/2013, 02:42
     
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  9. sakura˜
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    Sakura Haruno
    « Un ninja non deve esprimere il suo dolore in nessuna circostanza, un ninja deve dare priorità alla missione e non mostrare mai il proprio dolore. »
    «Youkatta» sospirai sollevata scorgendo in lontananza un' imponente porta, quasi sfolgorante, che riusciva a spiccare palesemente in tutta quell'atmosfera buia; cominciai ad incamminarmi, in quello che doveva essere un esteso corridoio buio, verso la nostra salvezza seguita a ruota dai miei altri due. Tutto era stranamente molto tranquillo.Un piede di fronte all'altro e così via, sempre con accortezza e pronta per la possibile comparsa di qualche trappola, perché sicuramente quel silenzio non avrebbe portato a niente di buono e per di più quell'atmosfera calma riusciva ad innervosirmi ulteriormente . Cominciavo a domandarmi su cosa ci avrebbe atteso una volta varcata la soglia quando fui distratta dall'echeggiare di una bomba fumogena ed in quella nebbia grigiastra, che lentamente si stava dissolvendo, distinsi la forma di un' enorme bestia di un color zaffiro acceso.«Kiotsukete Ino» gridai a pieni polmoni, improvvisamente avvolta da una grave preoccupazione per l'incolumità di Shikamaru ed Ino e fui sollevata vedendo Ino uscirne fuori con il moro, sani e salvi. Corsi verso di loro nella direzione del loro "nascondiglio", tentando di non far notare alcun movimento dal mostro: mi accovacciai vicino a loro notando con felicità che non avevano nemmeno un graffio per poi spostare lo sguardo sui loro occhi.«Shikamaru?»chiesi determinata ma leggermente preoccupata, pensando a come avremmo potuto scampare dalle fauci di quell'enorme bestia che era sulle nostre tracce, in attesa di venire a conoscenza e di mettere in atto una delle strategie vincenti dello stratega di Konoha.
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    Edited by sakura˜ - 30/6/2013, 16:29
     
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  10. LaÐyIno
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    ♦ SHIKAMARU NARA ♦Chuunin ♦About him
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    ↘ «La prima mossa è quasi sempre un trucco, è la seconda la più efficace... l'importante è colpire il bersaglio.»

    La situazione era -ironia della sorte- nera. Ino riuscì a creare un diversivo in modo da salvarci temporaneamente la pelle ma nonostante quello non mi sentivo affatto al sicuro, né per me, né per Ino, né per Sakura -la quale ci raggiunse un attimo dopo. Entrambe desideravano da me una soluzione ed assottigliai lo sguardo, perplesso. Non sapevo assolutamente nulla di quella creatura sputata dal cuore dell'Inferno, se non che fosse affamata, enorme e con una dentatura da squalo.
    «L'unica cosa che posso dirvi è combattiamo a distanza» affermai, pronto a riunire le mani nel solito simbolo per permettermi di pensare meglio. All'improvviso il pavimento sotto di me scomparve nel nulla. Boccheggiai, pronto a cadere come sull'orlo di un precipizio ma riuscii a creare una lama d'ombra che si attorcigliò attorno ad una colonna. Sakura ed Ino si guardarono stupite.
    «Usate il chakra per rimanere in piedi!» sbottai, innervosito: ci mancava solo quella. Mi alzai e raccolsi il chakra sotto le suole delle scarpe, imprecando. Che razza di posto era quello? La penombra si era anche infittita, adesso era davvero difficile capirci qualcosa. La pelle chiara di Ino e i capelli rosa di Sakura erano le uniche cose che distinguevo nel buio pesto. Alzai lo sguardo di fronte a me e vidi che la bestia -probabilmente senza nessun problema di vista, maledetta!- ci squadrava uno per uno con aria vorace. Provai ad utilizzare le ombre ma la luce era troppo fioca: non c'erano ombre sfruttabili, nemmeno le nostre. Mi resi conto più tardi che quella specie di lupo brillava nel buio: il pelo blu pareva cosparso da migliaia di lucciole; l'effetto di insieme era inquietante. Lanciò un ruggito cavernoso e si gettò su Ino, pronto a colpire.
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    Buraddo sorrise. A differenza di Kyofu, aveva cognizione di sé e non rispondeva in modo diretto al Padrone, mentre suo fratello era completamente posseduto e comandato dal Padrone. Il Padrone gli aveva ordinato di uccidere nel modo più brutale possibile il soldato con i capelli neri. Buraddo fece apparire la propria falce con il ghigno che si allargava a scoprire le numerose fila di denti sovrapposte, simili alla dentatura di uno squalo. Sollevò la falce e cercò di colpire il soldato alla spalla con un dritto sgualembrato. Per essere sicuro di centrare il bersaglio, separò uno degli artigli che spuntavano acuminati dalle sue dita -quella in questione, in quel momento iniziò a sanguinare copiosamente- e lo lanciò dritto verso il petto dell'avversario, sparandolo come fosse un proiettile.
    Per Zack Fair


    Indicazioni del questmaster:
    Mukuro Rokudo eliminato per mancata partecipazione.
    Bene ragazze, ormai la squadra si è ridotta a tre elementi. La battaglia inizia nel vivo, sentitevi libere di attaccare come vi pare e piace, ovviamente senza predire le mosse di Buraddo (per Zack) e Kyofu (per Sakura ed Ino). Bah, poco da dire, comunque, i due post sono stati abbastanza semplici. Com'è giusto, l'utilizzo del chakra per i ninja è un malus perché comporta comunque uno sforzo in più.
    GIOCATE!
    Edit del 2 Luglio alle 16.14: modificato il ricevente dell'attacco: Fra è la prima a postare, quindi è più logico che venga attaccata lei.


    Edited by LaÐyIno - 2/7/2013, 16:15
     
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    Io e la rosa, entrambe ansiose, attendevamo con impazienza una risposta da Shikamaru, la quale non arrivò a tardare; peccato che si fosse rivelata completamente inutile. Stavo per sollecitarlo a darci una risposta più sensata e completa alla nostra domanda data la situazione precaria di vita o di morte, ma non ve ne fu il tempo dato che il ragazzo precipitò per la sala, dentro una specie di precipizio oscuro e profondo. Riuscì fortunatamente a salvarsi e ci raccomandò di sostenerci con il chakra, concentrandolo ai piedi. Non persi tempo ed eseguii al volo l'ammonimento di Shikamaru. Lo vidi poco dopo cercare di utilizzare l'ombra per permettermi infine di utilizzare la Shintenshin, ma la stanza era completamente buia e non era possibile agganciarsi ad una qualunque ombra di qualche oggetto.
    Sospirai, pronta a chiedere l'aiuto di Sakura, quando realizzai che la bestia si dirigeva impietosa e senza scrupoli verso di me.
    "Attacchi a distanza?" ragionai, ripensando alle parole di Shikamaru mentre estraevo dei kunai e li lanciavo addosso alla belva a casaccio e senza una logica. Poi ebbi un'illuminazione, e pensai che se non poteva vederci, non poteva attaccarci, e di conseguenza, sarebbe stato più facile neutralizzarlo. Mirai quindi alla testa mentre lanciavo nuovamente l'arma, sperando di colpirlo agli occhi.

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  12. ãrtémis;
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    Zack Fair ● Soldier, first class
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    Il suo sorriso mi congelò, quella sfilza di denti acuminati ebbe il potere di farmi provare un brivido, ma durò solo un attimo. Il Soldier che era in me si risvegliò, non potevo farmi vincere dalla paura, in fondo avevo affrontato situazioni ben peggiori di questa, e non avrei lasciato Aerith nelle mani di quel mostro. Questi pensieri mi diedero il coraggio necessario per partire all'attacco, ma proprio mentre ero sul punto di colpirlo con un diritto tondo, la creatura materializzò dal nulla una falce, la sollevò in aria, e con tutta la forza che aveva fendette l'aria obliquamente, da destra verso sinistra, puntando alla mia spalla. All'ultimo momento riuscii a darmi la spinta necessaria per compiere un poderoso balzo all'indietro ed allontanarmi dal mostro, ma mentre ero a mezz'aria notai che qualcosa di piccolo e appuntito si stava dirigendo proprio contro di me. Non feci in tempo a schivarlo, era troppo veloce, riuscii solamente a spostarmi di qualche centimetro, tanto per evitare che quella maledetta cosa mi prendesse dritta al cuore. Il dolore arrivò, e cercai di trattenere una smorfia, non riuscii più a mantenere l'equilibrio per restare sospeso in aria, e dovetti raggiungere terra, a dire la verità un po' goffamente.
    Toccai il suolo prima con il palmo della mano e poi con tutto il resto del corpo, mi inginocchiai, mentre con l'altra mano andavo a tastare quell'orribile cosa conficcata in profondità nella mia spalla sinistra, solo ora mi rendevo conto che si trattava del suo artiglio, che cosa disgustosa!
    Lo afferrai saldamente, e con un unico colpo secco lo estrassi, ancora una volta cercai di trattenere i rantoli di dolore, non volevo farmi vedere sofferente di fronte a quella... "cosa"!
    Lasciai cadere l'artiglio a terra, vicino al mio piede, sollevai lo sguardo incontrando quello cadaverico del mio nemico, mi tastai la ferita alla spalla, stava sanguinando, ma a prima vista non sembrava tanto grave.
    < La prossima volta evita di lanciarmi contro altre parti del tuo corpo > gli dissi con un po' di fiatone < è disgustoso > aggiunsi accompagnando la mia affermazione con un'espressione alquanto decifrabile.
    Mossi un po' la spalla per cercare di far andare via il dolore, il mio corpo era allenato a sufficienza grazie all'energia mako che risiedeva dentro di esso, ciò che sentivo ora era un leggero pizzicore, alquanto fastidioso, ma sopportabile. Afferrai nuovamente la spada, ma dovetti ricredermi, l'enorme peso della Buster Sword mi provocò una fitta lancinante che mi costrinse a rimetterla giù, la situazione era più complicata del previsto. Fui costretto ad impugnare la spada con l'altra mano, anche se lo trovavo abbastanza fastidioso.
    < E va bene, vediamo cosa sai fare >
    Non avevo altra scelta, avrei dovuto attaccarlo da lontano. Controllai che la materia nella mia spada fosse quella giusta, sollevai la mano d'avanti al viso chiudendo gli occhi, una luce azzurrina circondò il mio corpo, e non appena risollevai le palpebre, il mio attacco partì diretto verso il bersaglio.
    < Blizzard! > (click) urlai scagliando il potere magico verso il mio nemico, se lo avesse colpito il mostro sarebbe rimasto per qualche secondo intrappolato in una barriera di ghiaccio, che sarebbe esplosa qualche attimo dopo provocandogli ingenti danni.
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    Edited by ãrtémis; - 5/7/2013, 15:11
     
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  13. sakura˜
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    Sakura Haruno
    « Un ninja non deve esprimere il suo dolore in nessuna circostanza, un ninja deve dare priorità alla missione e non mostrare mai il proprio dolore. »

    «Attacco a distanza»Risposta poco soddisfacente, ma Shikamaru non era da biasimare poiché quella poteva essere l'unica opzione maggiormente fattibile e probabile date le circostanze di quel momento.«Ma cos-s?!» replicai quando vidi improvvisamente che il pavimento ai nostri piedi si spalancò andando a formare un' immensa vertiginosa voragine. La storia iniziava a presentarsi alquanto preoccupante, ma per fortuna riuscimmo a salvarci -anche questa volta-i la pelle: approfittai dell'ovvio consiglio del moro e concentrai velocemente una quantità di chakra sulla pianta dei piedi -ormai circondati da un'alone celeste-, una quantità sufficiente da non pricipitare nel niente.L'ambiente appariva ancora più cupo; il fatto di non distinguere niente, nemmeno ad un palmo della mano, e di udire solamente il ruggito di quella possente bestia, mi mandava in soggezione ma sicuramente quello non era il momento più adatto per farsi cogliere dalle emozioni.Girando lo sguardo in cerca del nemico riuscii facilmente ad individuare il manto fosforescente di questo e mi preparai ad attaccare: infilai con rapidità la mano nel portaoggetti posto sul fianco destro, impugnando volta per volta due kunai. Inferocito questo cominciò a correre con le fauci spalancate nella direzione di Ino provocando un rumore rimbombante ad ogni suo passo.Cominciai ad imitare l'azione della compagna mirando esclusivamente ai suoi occhi quando un'idea mi pervase.«Ganbatte» incoraggiai iniziando,con la massima precisione, a scagliare alcuni kunai-carte bombe al soffitto in modo che la caduta delle macerie di questo potesse sotterrarlo.C'era solo da sperare che la trovata funzionasse.
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    Edited by sakura˜ - 5/7/2013, 16:25
     
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  14. LaÐyIno
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    ♦ SHIKAMARU NARA ♦Chuunin ♦About him
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    ↘ «La prima mossa è quasi sempre un trucco, è la seconda la più efficace... l'importante è colpire il bersaglio.»
    Il rumore di zampe della bestia ormai si avvicinava sempre di più. Era concitato, violento, esaltato: correva, e per uccidere. Cacciò un ruggito cavernoso e tese gli arti posteriori per saltare addosso ad Ino ma lei, in uno slancio di autoconservazione, trovò la mira e la potenza adatta per conficcargli un kunai nella cornea. La belva si fermò di botto ed oscillò come un ubriaco; fui sicuro di vederla arretrare di qualche passo. Il sangue schizzò a diversi centimetri dalla cavità orbitare della bestia e fu per me immensamente disgustoso. Il pelo bluastro fosforescente si striò di rosso cupo e la bestia mugolò di dolore, abbassando il testone gigantesco. Mi voltai freddamente verso di lei e poi verso Sakura per comunicare loro di andare indietro quando quest'ultima mirò al soffitto con un kunai esplosivo. Sudai freddo: non era una mossa troppo saggia.
    "Mendokusee, se fosse solamente di un millimetro meno spesso del previsto rischierebbe di cedere tutto!" pensai, nel panico. Una lunga crepa si aprì sopra di noi, esitando per qualche secondo. Dentro di me, iniziai a pregare. La bestia guercia rialzò lo sguardo per fissarmi negli occhi, scoprendo i denti. Non ho mai perso la convinzione che quello che intravidi sul suo volto lupesco fosse un ghigno sardonico.
    «VIA! ORA!» gridai. Si udì il rumore di vetro che esplode e il soffitto, tutto, cedette su di noi. Afferrai Ino per un braccio -Sakura era troppo lontana- e la trascinai via con me, correndo verso la fonte di luce che avevo identificato come una porta, ormai nostra unica speranza di vita. Di pari passo con il soffitto, anche il pavimento spariva e lasciava un vuoto buio e freddo; mi sembrava di fuggire a rallentatore nello spazio infinito.
    Dietro di noi, la bestia ci seguiva.
    "NON È POSSIBILE! INO L'HA ACCECATO DA UN OCCHIO, NON PUÒ VEDERCI!"
    "Sicuro, Nara Shikamaru?" chiese una voce nella mia testa. Per una frazione di secondo mi bloccai, nonostante l'inferno che ci stava alle calcagna. Cosa significava? Chi era che mi stava parlando? E poi, come poteva sapere quello sui cui avevo appena riflettuto? Le potenzialità del nemico arrivavano davvero fino a quel punto?
    Inorridii non appena il mio cervello elaborò la notizia appresa da quella voce fredda e metallica che era risuonata dentro di esso: la bestia non usava gli occhi. "Ci stana con il chakra, maledizione!" capii, furente: era un circolo vizioso; se non avessimo usato il chakra saremmo precipitati, se avessimo usato il chakra rischiavamo di venire sbranati. All'improvviso mi sentii afferrare per le caviglie ma quella sensazione sparì un secondo più tardi. Abbassai il volto e notai che delle minuscole mani fatte di una sostanza impalpabile -era la stessa con cui era fatto il buio che ci circondava- si scioglievano nell'alone bluastro del mio chakra. Sakura, che continuava a correre, venne presa alle spalle da centinaia di quelle cose, le quali tentavano di trattenerla.
    «USA IL CHAKRA!» le gridai, ritornando a prendere il largo. Altri organismi presero Ino per la gola e la strinsero con forza, cercavano di soffocarla. La volta che crollava ormai era a pochi metri dalla nostra posizione e Kyofu la anticipava con un ululato da far rizzare i capelli sulla testa. Mi voltai verso di quella, pronto a combatterla per garantire a Ino e Sakura una via di fuga, ma mi accorsi che si era fermata e tremava come una foglia, scuotendo impaurita il grosso capo. Una parola umana echeggiò dalla sua bocca spalancata, con la stessa potenza di una deflagrazione.
    «SMATERIALIZZATI
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    Buraddo vide le labbra dell'essere muoversi, ma non percepì nessun suono. Il Padrone spesso si lamentava del fatto che non possedesse il senso dell'udito, per questo gli era impossibile possederlo come faceva con Kyofu: Buraddo era una creatura a metà, imperfetta. Vide il nemico estrarre il suo artiglio ed accusare il colpo, così fu costretto a passare la sua spada nella mano sinistra. Si circondò di un manto azzurrino che vibrava nell'aria. Buraddo piegò le ginocchia, pronto a saltare. D'improvviso, delle luci vorticanti circondarono il suo corpo. Si bloccò, curioso di sapere cosa sarebbe successo. La voce del suo Padrone si propagò minacciosa e veemente nell'aria.
    «SMATERIALIZZATI
    Buraddo annuì e così fece, apparendo dietro il nemico. Con la falce, tirò un fendente diretto all'altra spalla -quella non ferita- dell'essere, deciso a strappargli il braccio.
    Per Zack Fair

    Indicazioni del questmaster:
    Scusatemi tantissimo ragazze per il ritardo clamoroso, ma purtroppo in questi giorni è stato un tour de force e non ho avuto tempo di mettere insieme una risposta convincente. Mi complimento molto con Anto, la sua è stata una risposta completa e sensata ^^ Spero che il senso di tutto stia iniziando ad essere chiaro, la possessione di Kyofu e roba varia. Dopo questo turno, finalmente usciremo da questa stanza maledetta (Fra, tu poi mi dici se dopo questo turno ti devo far sparire <3)
    Mi sono dimenticata di dirvi, ragazze, che se avete domande potete tranquillamente farmele sotto spoiler prima di rispondere e senza aver paura di non rispettare i turni ^^ Provvederò io a cancellarle poi e metterle nello spoiler della mia risposta. Orsù, mi sto dilungando!

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    Anche se la visuale era pessima, sentivo la bestia recalcitrare, muoversi ed agitarsi. Mi allarmai ancora di più non appena udii il suo ruggito infrangere le pareti invisibili del castello, attivando in un'istinto di sopravvivenza in tutto il corpo. Tesi i muscoli al massimo e non appena sentii un tonfo sordo provenire davanti a me scattai all'indietro, scartando l'attacco nemico. Immediatamente dopo, ripresi in mano i kunai rimasti e con fermezza e durezza, ne lanciai uno dritto addosso alla bestia. Il tiro questa volta andò a segno, e sorrisi soddisfatta sentendo le urla e i lamenti dovuti all'accecamento della belva. "Ora non sarà più così fastidioso quel cagnolino troppo cresciuto!" pensai esaltata della mia piccola vittoria.
    Il sorriso mi svanii sulle labbra non appena mi accorsi del sangue che stava schizzando in ogni dove, persino sul corpo della stessa bestia, lasciando posto ad una smorfia di puro disgusto.
    Fui scossa dal fruscio del kunai esplosivo che Sakura aveva lanciato addosso al soffitto, spalancando la mascella e dimenticandomi di fare qualunque movimento: intesi quello che stava cercando di fare, ma non capiva quella frontespaziosa che in questo modo rischiava di coinvolgerci tutti?
    Troppo tardi alzai la testa per accorgermi che il soffitto stava cedendo, e non c'era il tempo necessario perchè potessi scansarmi. Fortunatamente c'era Shikamaru accanto a me, che mi ritrasse appena in tempo, evitandomi così la morte sicura. Insieme ci mettemmo a correre verso il piccolo fascio di luce che illuminava la stanza, con alle spalle la belva (alla quale il mio attacco sembrava non aver sortito alcun effetto) ed il soffitto che minacciava di crollarci addosso.
    Solo quando Shikamaru si bloccò ed io lo sorpassai diretta verso la piccola porticina, mi accorsi che assieme al soffitto, stava scomparendo anche il pavimento. Non feci in tempo a muovere un dito che sentii delle cose inconsistenti ed immateriali salirmi lungo le gambe. Tentai di muovermi per scrollarmele di dosso, ma l'effetto era inutile ed esse salivano sempre più su finchè, una volta arrivate alla gola, con forza cominciarono a stringerla. Automaticamente portai una mano contro di essa, ma toccai il nulla più assoluto, solo la mia carne. Eppure la sensazione di venire strozzata era reale.
    I miei pensieri vennero interrotti da un'urlo di una voce a me sconosciuta, che squarciò l'aria con una minacciosa parola che, dopo averci riflettuto, mi pareva alquanto strana: chi si doveva smaterializzare? E perchè? Come era in grado di farlo?

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    Ragas, mi scuso ma penso proprio che questo sarà il mio ultimo post >.<'
     
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20 replies since 22/6/2013, 12:42   456 views
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